Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 36907 del 4 settembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:36907PEN

Massima

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Il possesso di sostanza stupefacente per uso personale, pur essendo un reato, deve essere valutato dal giudice in modo da individuare la disciplina sanzionatoria più favorevole per l'imputato, tenendo conto delle modifiche normative intervenute nel tempo, anche di quelle dichiarate incostituzionali, al fine di applicare la pena detentiva o pecuniaria più mite oppure, ove ne ricorrano i presupposti, la pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità. Il giudice, nel determinare la sanzione, deve privilegiare la disposizione complessivamente più favorevole all'imputato, senza poter combinare parti di diverse disposizioni, distinguendo i fatti commessi prima dell'entrata in vigore della normativa "Fini-Giovanardi" - per i quali si applica la legge più favorevole tra quella vigente al momento del fatto e il reato autonomo introdotto successivamente - da quelli commessi durante la sua vigenza, per i quali deve tenersi conto anche delle norme dichiarate incostituzionali. Ciò in applicazione del principio di retroattività della norma penale più favorevole, che trova il suo limite nella legittimità costituzionale della norma sopravvenuta. Inoltre, le dichiarazioni della persona trovata in possesso di sostanza stupefacente, in assenza di elementi indicativi della finalità di spaccio e di iscrizione nel registro degli indagati, possono essere utilizzate contro i terzi ai sensi dell'art. 63 c.p.p., comma 1, in quanto tale persona deve essere considerata persona informata sui fatti e non concorrente nel reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro A. - Presidente

Dott. D'ISA Claudio - rel. Consigliere

Dott. GRASSO Giuseppe - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - Consigliere

Dott. MONTAGNI Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3668/13 della Corte d'appello di Milano del 24.05.2013;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

Udita all'udienza pubblica del 20 giugno 2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. D'ISA CLAUDIO;

Udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'annullamento della sentenza limitatamente al trattamento sanzionatorio.

RITENUTO IN FATTO

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