Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24191 del 13 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:24191PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni accusatorie rese da coindagati o coimputati, anche se "de relato", possono costituire grave indizio di colpevolezza a carico del chiamato in correità, purché siano intrinsecamente attendibili e sorrette da riscontri esterni individualizzanti, tali da conferire loro idoneità dimostrativa in relazione all'attribuzione del fatto di reato, senza che sia necessaria la certezza, essendo sufficiente l'elevata probabilità di colpevolezza. Tali riscontri possono essere costituiti anche da ulteriori chiamate in correità, da elementi documentali e da altri dati probatori che, nel loro complesso, consentano di ritenere gravemente indiziato il soggetto destinatario della misura cautelare, anche in presenza di errori o imprecisioni formali nel materiale probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. AL. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 04/02/2008 TRIB. LIBERTA' di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PALLA STEFANO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. Febbraro G. che ha chiesto il rigetto;

udito il difensore avv. Russo R..

MOTIVI DELLA DECISIONE

D'. Al., a mezzo dei propri difensori, ricorre avverso l'ordinanza 4.2.08 del …

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