Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28889 del 17 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:28889PEN

Massima

Il reato di diffamazione, pur essendo un illecito penale, comporta anche la possibilità di un risarcimento del danno in favore della parte offesa costituitasi come parte civile nel processo. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato e la relativa responsabilità dell'imputato, deve esaminare attentamente tutti gli elementi di fatto e di prova, fornendo una motivazione adeguata e completa. Qualora il ricorrente deduca vizi di motivazione in ordine alla valutazione dei fatti e delle prove, l'impugnazione proposta deve essere qualificata come appello, in quanto volta a censurare il merito della decisione, e non come ricorso per cassazione. In tal caso, gli atti devono essere trasmessi al giudice di secondo grado competente per il relativo giudizio di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 9/2006 GIUDICE DI PACE di LACEDONIA, del 13/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Gaeta Pietro, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSS…

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