Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34369 del 6 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:34369PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando l'agente, con condotte reiterate di minaccia o molestia, cagiona nella vittima un grave e perdurante stato di ansia e di paura, ovvero un mutamento delle sue abitudini di vita, integrando così l'evento di danno tipico del reato. L'elemento soggettivo del dolo generico è integrato dalla volontà di porre in essere le condotte persecutorie nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma, senza che sia necessario che l'agente si rappresenti e voglia fin dal principio la realizzazione dell'intera serie degli episodi. La reciprocità dei comportamenti molesti tra l'agente e la vittima non esclude la configurabilità del reato, incombendo sul giudice un più accurato onere di motivazione in ordine alla sussistenza dell'evento di danno. La valutazione del danno risarcibile e la sua quantificazione equitativa rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, se sorrette da congrua motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1459/2014 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 17/07/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dott.ssa DI NARDO M., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito altresi' per il ricorrente l'…

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