Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19004 del 6 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19004PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. si configura quando l'agente, con condotte reiterate e caratterizzate da abitualità, cagiona sofferenze fisiche e morali alla persona offesa, violando i doveri di assistenza e protezione inerenti alla relazione familiare. La valutazione degli elementi probatori, ivi incluse le dichiarazioni della persona offesa, spetta al giudice di merito, il quale deve motivare in modo logico e coerente la sussistenza del dolo unitario e della abitualità della condotta, senza che la Corte di Cassazione possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di appello. Il diniego della sospensione condizionale della pena, pur essendo una decisione discrezionale, deve essere adeguatamente motivato, tenendo conto di tutti i fattori rilevanti, quali la gravità del fatto, la personalità dell'imputato e il suo comportamento successivo al reato, senza che sia necessaria una specifica motivazione per ogni singolo fattore considerato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/12/2014 della CORTE APPELLO SEZ. DIST. Di TARANTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso udito in Pubblica Udienza;
del 19/04/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dott. ANGELO COSTANZO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ANTONIO BALSAMO;
che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Sentito l'avvocato (OMISSIS) che si e' riportata ai motivi del ricorso chiedendone l'accoglimento.<…

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