Il mancato rispetto dell'obbligo di comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, previsto dall'art. 10-bis della legge n. 241/1990, determina l'illegittimità del provvedimento di diniego, in quanto priva il privato della possibilità di interloquire e rappresentare le proprie osservazioni prima dell'adozione del provvedimento finale. Tale violazione non è sanabile in sede giurisdizionale, in quanto l'art. 21-octies, comma 2, ultimo periodo, della legge n. 241/1990 esclude l'applicabilità della c.d. "sanatoria processuale" per i provvedimenti adottati in violazione dell'art. 10-bis. Inoltre, il provvedimento di diniego deve essere adeguatamente motivato, in modo da consentire al destinatario di comprendere le ragioni poste a fondamento della decisione amministrativa e di verificarne la correttezza. Pertanto, l'insufficienza o l'incoerenza della motivazione resa integra un ulteriore vizio di legittimità del provvedimento impugnato, che deve essere annullato per tali ragioni, con conseguente necessità per l'amministrazione di riesaminare l'istanza nel rispetto delle garanzie procedimentali e di una adeguata motivazione.