Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 5079 del 2013

ECLI:IT:TARLAZ:2013:5079SENT

Massima

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Il provvedimento di cessazione immediata dell'attività di esecuzioni musicali e intrattenimenti danzanti, adottato dal Questore ai sensi degli artt. 1, 100 e 17-ter, comma 4, del R.D. n. 773/1931 (T.U.L.P.S.), è illegittimo qualora non sussistano i presupposti di pericolo per l'ordine pubblico, la moralità pubblica e il buon costume o la sicurezza dei cittadini, nonché l'assenza dell'autorizzazione richiesta, atteso che il titolo autorizzatorio è stato rilasciato nelle more del procedimento. In tali ipotesi, il provvedimento è viziato da carenza di motivazione e deve essere annullato, in quanto l'autorità di pubblica sicurezza non può disporre la cessazione immediata dell'attività in assenza di concreti e attuali elementi di pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica, dovendo invece valutare la proporzionalità dell'intervento rispetto alla situazione concreta. Inoltre, il possesso dei requisiti da parte del personale addetto alla sicurezza, seppur non ancora formalmente iscritto nell'apposito elenco prefettizio, non può costituire valido presupposto per l'adozione del provvedimento di chiusura, in considerazione della disciplina transitoria introdotta dal D.M. 15.6.2012.

Sentenza completa

N. 06025/2012
REG.RIC.

N. 05079/2013 REG.PROV.COLL.

N. 06025/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Prima Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6025 del 2012, proposto da:
Società SILVIO’S S.r.l., in persona dell’amministratore unico e legale rappresentante
pro tempore
Chinigò Maria, rappresentata e difesa dall’Avv. Domenico Stamato, elettivamente domiciliata presso il suo studio in Roma – Ostia Lido, via Cardinal Ginnasi, 8;

contro

la Questura di Roma ed il Ministero dell’Interno, in persona dei legali rappresentanti
pro tempore
, costituiti in giudizio, rappresentati e difesi dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliati per legge presso i suoi studi in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per l’annullamento,

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