Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39295 del 5 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:39295PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve verificare la logicità e la congruenza delle argomentazioni addotte dal giudice di merito, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, purché quest'ultima sia sorretta da una motivazione adeguata e coerente. Pertanto, la funzione del giudice di legittimità non è quella di sindacare l'intrinseca attendibilità dei risultati dell'interpretazione delle prove, bensì di accertare se gli elementi probatori posti a base della decisione siano stati valutati seguendo le regole della logica e secondo linee argomentative adeguate, che rendano giustificate, sul piano della consequenzialità, le conclusioni tratte. Inoltre, la presunzione di adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere, prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p., può essere superata solo attraverso una motivazione particolarmente rigorosa e convincente, che escluda in modo inequivocabile la sussistenza di esigenze cautelari meno afflittive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. CA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 386/2010 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA, del 16/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

sentite le conclusioni del PG, Dott. ((omissis)) che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

La Corte:

OSSERVA

giudicando sulla istanza proposta da Ca. Ca. per il riesame dell'ordinan…

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