L'atto unilaterale d'obbligo sottoscritto dal privato al momento della presentazione dello strumento urbanistico attuativo costituisce una obbligazione di fonte negoziale o lato sensu convenzionale, vincolante per le parti in forza del principio pacta sunt servanda, che prevale sulle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale relative al computo degli oneri di urbanizzazione secondaria. Tale obbligazione, assunta volontariamente dal privato per perseguire il proprio interesse edilizio, è efficace ed esigibile anche qualora risulti più onerosa rispetto a quanto l'amministrazione potrebbe imporre autoritativamente, in quanto rientra nella dinamica degli interessi in gioco nell'ambito della pianificazione urbanistica, in cui il privato accetta oneri maggiori per ottenere un vantaggio altrimenti non conseguibile, mentre l'amministrazione si impegna ad adottare gli atti necessari per soddisfare l'aspettativa del privato, realizzando un migliore interesse pubblico. L'esecuzione integrale dell'intervento edilizio autorizzato in forza dell'atto unilaterale d'obbligo preclude inoltre al privato la possibilità di recedere dalla convenzione, in applicazione del principio di cui all'art. 1373, comma 1, c.c. Infine, la comunicazione di avvio del procedimento promossa dall'amministrazione per l'adempimento degli obblighi assunti dal privato non è di per sé lesiva e, pertanto, la relativa domanda di annullamento è inammissibile.