Cassazione penale Sez. III sentenza n. 1456 del 15 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:1456PEN

Massima

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Il delitto di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) sussiste solo quando una specifica norma giuridica attribuisce all'atto la funzione di provare i fatti attestati dal privato al pubblico ufficiale, così collegando l'efficacia probatoria dell'atto medesimo al dovere del dichiarante di affermare il vero. Pertanto, la comunicazione di inizio lavori, essendo un atto del privato senza alcuna valenza probatoria privilegiata e il cui contenuto può essere oggetto di verifica sulla effettiva situazione di fatto, non integra tale fattispecie criminosa, anche quando l'attestazione risulti non corrispondente al vero, in quanto tale falso è del tutto innocuo, non essendo idoneo a ingannare la fede pubblica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. ROSI Elisabetta - rel. Consigliere

Dott. SOCCI Angelo Matteo - Consigliere

Dott. CIRIELLO Antonella - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/05/2016 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ELISABETTA ROSI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. FIMIANI Pasquale;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
Udito il difensore Avv. (OMISSIS) in sostituz. dell'avv. (OMISSIS);
il difensore presente si ri…

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