Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16637 del 12 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:16637PEN

Massima

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Il reato di porto ingiustificato di armi od oggetti atti ad offendere, previsto dalla Legge n. 110 del 1975, art. 4, comma 3, è sanzionato con pena congiunta di arresto e ammenda, anche nel caso di lieve entità, non configurando quest'ultima un autonomo reato ma una mera ipotesi attenuata, per cui non è ammissibile l'estinzione del reato per intervenuta oblazione, trattandosi di reato punito anche con pena detentiva. La giurisprudenza di legittimità è costante nell'affermare che l'attenuante di lieve entità prevista dalla norma ha natura discrezionale, nel senso che l'irrogazione della sola pena pecuniaria è facoltativa per il giudice, senza che ciò comporti la configurazione di un autonomo reato punito solo con l'ammenda. Pertanto, il reato di porto ingiustificato di armi od oggetti atti ad offendere, anche nella sua ipotesi attenuata, non può essere estinto per oblazione, in quanto sanzionato anche con pena detentiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAMPETTI Umberto - Presidente

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BRESCIA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4844/2010 TRIBUNALE di BRESCIA, del 20/12/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GIALANELLA Antonio che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sente…

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