Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9059 del 25 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:9059PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condotta estorsiva posta in essere con modalità mafiose, caratterizzata da atti intimidatori e violenti nei confronti di una famiglia imprenditoriale, integra il reato di tentata estorsione aggravata, anche quando l'indagato non sia l'autore materiale della condotta estorsiva ma si sia offerto di intermediare presso gli estortori per ridurre l'importo della richiesta, in quanto tale condotta è oggettivamente idonea ad esercitare sulla vittima una particolare coartazione psicologica evocata dalla normativa antimafia. In tali casi, il pericolo di recidiva, desumibile dalla vicinanza dell'indagato ad esponenti della criminalità organizzata e dalla sua indole particolarmente aggressiva, giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, non essendo sufficiente una misura meno afflittiva per contenere le esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Liber - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 5286/2013 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 09/07/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENZO IANNELLI;

Letti gli atti, la ordinanza impugnata, il ricorso;

Udita la relazione del cons. Enzo Jannelli;

Udite le conclusioni del S. Procuratore generale, Fulvio Baldi, per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1 - (OMISSIS), ristretto in custodia cautelare in carcere in forz…

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