Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30948 del 6 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30948PEN

Massima

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Il ricorso avverso il provvedimento applicativo di una misura cautelare custodiale, divenuta inefficace per sopravvenuta revoca, è inammissibile per carenza di interesse, salvo che l'interessato abbia manifestato in modo specifico e motivato l'interesse a coltivare l'impugnazione ai fini del riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione. Pertanto, il giudice deve dichiarare l'inammissibilità del ricorso quando l'interessato, pur non avendo formalmente rinunciato all'impugnazione, abbia implicitamente negato l'esistenza di un concreto interesse a proseguire il giudizio, come nel caso in cui abbia fatto presente che "è cessata la materia del contendere" per essere stato rimesso in libertà. Ciò in quanto l'interesse a coltivare il ricorso ai fini della riparazione per ingiusta detenzione deve essere specificamente dedotto e motivato dall'interessato, non potendosi desumere implicitamente dalla mera mancata rinuncia all'impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matil - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. SGADARI - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 17/02/2020 del Tribunale di L'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'ordinanza in epigrafe, il Tribunale di L'Aquila, in sede di rinvio dalla cassazione, ritene…

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