Cassazione penale Sez. II sentenza n. 53660 del 28 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:53660PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la condotta minacciosa del soggetto agente produce una concreta coartazione della volontà della vittima, a prescindere dalla effettiva realizzabilità del male prospettato, che deve essere valutata ex ante. Il criterio distintivo rispetto al reato di truffa risiede nella natura coercitiva, e non meramente manipolativa, della condotta dell'agente, la quale deve aver determinato una irresistibile coazione della volontà della persona offesa, anziché una semplice induzione in errore. Pertanto, il giudice deve accertare se il male minacciato sia reale o immaginario, se dipenda dall'agente o da altri, e se la prospettazione di tale male abbia prodotto, in concreto, una coartazione della volontà della vittima, piuttosto che una mera manipolazione della stessa. La concessione delle attenuanti generiche, inoltre, richiede l'apprezzamento di elementi positivi che orientino la discrezionalità del giudice verso una sanzione meno afflittiva, senza che sia necessario un esame analitico di tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, essendo sufficiente il riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/01/2017 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa RECCHIONE SANDRA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa FILIPPI PAOLA, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di appello di Torino confermava la condanna del (OMISSIS) alla pena di ann…

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