Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20257 del 20 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20257PEN

Massima

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Il giudice è legittimato a pronunciare sentenza di assoluzione ai sensi dell'art. 129 c.p.p., comma 2, solo quando le circostanze idonee ad escludere l'esistenza del fatto, la commissione del medesimo da parte dell'imputato e la sua rilevanza penale emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile, in modo tale che la valutazione del giudice appartenga più al concetto di "constatazione", ossia di percezione "ictu oculi", che a quello di "apprezzamento", essendo quindi incompatibile con qualsiasi necessità di accertamento o di approfondimento. Diversamente, qualora gli elementi rivelatori della insussistenza del fatto, della sua rilevanza penale o dell'estraneità dell'imputato non risultino dagli atti in modo incontrovertibile, il giudice non è tenuto a pronunciare sentenza di assoluzione ai sensi dell'art. 129 c.p.p., comma 2, ma può rigettare il ricorso e confermare la sentenza di proscioglimento per prescrizione, avendo comunque escluso la sussistenza dei presupposti per il proscioglimento nel merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 38/2003 GIUDICE DI PACE di PAOLA, del 17/12/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in d…

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