Il vincolo di inedificabilità assoluta imposto prima dell'esecuzione di opere edilizie, ai sensi dell'art. 32, comma 27, lett. d) della legge n. 47/1985, preclude la sanatoria di tali opere, anche se realizzate in parte prima dell'imposizione del vincolo, in quanto trattasi di un intervento unitario per il quale è stata presentata una sola domanda di condono. Il fatto che l'amministrazione abbia rilasciato in passato titoli edilizi per interventi ricadenti nella medesima fascia di rispetto non legittima la pretesa del privato ad un identico trattamento, in quanto il condono edilizio implica l'esercizio di un potere sostanzialmente vincolato rispetto ai presupposti normativi richiesti, senza margini di discrezionalità che possano dar luogo a profili di eccesso di potere, quali la disparità di trattamento. Inoltre, l'amministrazione è tenuta a verificare esclusivamente le condizioni igienico-sanitarie dell'immobile oggetto di domanda di condono, non essendo necessario un accertamento sulla compatibilità dell'impianto di depurazione rispetto al tessuto edificato preesistente, trattandosi di un vincolo ormai inoppugnabile.