Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche di cui all'art. 316-ter c.p. assorbe il reato di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico di cui all'art. 483 c.p., quando la condotta fraudolenta del soggetto istante, consistente in false dichiarazioni o attestazioni, sia stata lo strumento utilizzato per ottenere indebitamente il beneficio assistenziale. In tali casi, la tutela del patrimonio pubblico dalle depauperazioni conseguenti all'utilizzo di documenti falsi o attestanti fatti non veri, propria della fattispecie di cui all'art. 316-ter c.p., assorbe l'interesse alla veridicità ideologica di determinati documenti, tutelato dalla norma di cui all'art. 483 c.p. Pertanto, la condotta antigiuridica posta in essere dal soggetto che abbia indebitamente percepito erogazioni pubbliche, come il reddito minimo di inserimento, deve essere sussunta nella fattispecie di cui all'art. 316-ter c.p., in luogo del reato di truffa aggravata di cui all'art. 640-bis c.p., che riveste carattere sussidiario rispetto alla norma speciale. In tali ipotesi, le false dichiarazioni o attestazioni del soggetto istante sono assorbite nell'elemento materiale del reato di cui all'art. 316-ter c.p., senza che residui un autonomo reato di falsità ideologica ex art. 483 c.p.