Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha statuito che: La pratica commerciale attuata dal professionista, consistente nell'offerta di acquisto di automobili "a costo zero" o fortemente ridotto, mediante la corresponsione agli aderenti di rimborsi mensili a titolo di remunerazione per la prestazione di un servizio pubblicitario sulle autovetture, integra una pratica commerciale scorretta, ingannevole e aggressiva ai sensi degli artt. 20, 21, comma 1, lett. b), c) e d), 22, 24 e 25 del d.lgs. n. 206/2005 (Codice del Consumo). In particolare, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha correttamente accertato che: - i messaggi pubblicitari diffusi dal professionista prospettavano in modo decettivo e ingannevole la possibilità di acquistare un'automobile "a costo zero" o fortemente ridotto, omettendo di informare adeguatamente i consumatori circa l'obbligo di versare elevati importi (fee di ingresso) e di svolgere attività pubblicitaria per un periodo di cinque anni; - il professionista ha ingiustificatamente violato gli impegni contrattuali assunti nei confronti della clientela, cessando senza motivazioni la corresponsione dei rimborsi mensili pattuiti e prospettando impedimenti onerosi e sproporzionati all'esercizio dei diritti del consumatore, tra cui il diritto di recesso. Tali condotte, nel loro complesso, hanno determinato una indebita compressione della libertà di scelta del consumatore, configurando una pratica aggressiva ai sensi degli artt. 24 e 25 del Codice del Consumo. La sanzione amministrativa pecuniaria irrogata dall'Autorità, pari a 600.000 euro per ciascuna delle due distinte pratiche commerciali scorrette accertate, è stata ritenuta proporzionata e congrua in relazione alla gravità delle violazioni, all'ampiezza e capillarità della campagna pubblicitaria, all'estensione territoriale delle condotte e al pregiudizio economico arrecato ai consumatori, nonché alla dimensione economica del professionista.