Consiglio di Stato sentenza n. 2171 del 2022

ECLI:IT:CDS:2022:2171SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato ha stabilito che, in presenza di manufatti abusivi non sanati né condonati, gli interventi edilizi successivi (pur se riconducibili alle categorie della manutenzione straordinaria, della ristrutturazione o della costruzione di opere costituenti pertinenze urbanistiche) ripetono le caratteristiche di illiceità dell'opera abusiva cui ineriscono strutturalmente. Ciò in quanto la presentazione della domanda di condono non autorizza l'interessato a completare ad libitum o a trasformare i manufatti oggetto di tale richiesta, stante la permanenza dell'illecito fino alla sanatoria. Di conseguenza, il Comune ha l'obbligo di ordinare la demolizione di tali opere, tranne che la prosecuzione dei lavori avvenga nel rispetto delle procedure poste dall'art. 35 della L. 47/1985. Inoltre, le opere edilizie realizzate in assenza di permesso di costruire su aree sottoposte a vincolo paesaggistico, anche se di modesta entità e senza aumento di superficie, non possono essere sanate ai sensi dell'art. 32 del D.L. 269/2003, in quanto la mera esistenza del vincolo paesaggistico al momento della loro realizzazione osta alla condonabilità. In tali casi, l'Amministrazione ha il dovere di disporre la demolizione delle opere abusive, a prescindere dalla valutazione dell'impatto paesaggistico delle stesse, in applicazione del principio di cui all'art. 27, comma 2, del D.P.R. 380/2001. Infine, l'ordine di demolizione di un manufatto abusivo non richiede una specifica motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse che impongono la rimozione dell'abuso, essendo sufficiente la descrizione del manufatto realizzato e l'indicazione della sua abusività, non potendo l'ipotetica mancata compromissione del valore estetico e ambientale o l'ipotetico ridotto impatto edilizio di un'opera abusiva rilevare al fine di evitare la sua rimozione.

Sentenza completa

Pubblicato il 25/03/2022

N. 02171/2022REG.PROV.COLL.

N. 05724/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5724 del 2015, proposto da
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Napoli, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Quarta) n. 06630/2014, resa tra le parti;

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visti gli at…

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