Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14865 del 20 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:14865PEN

Massima

Il reato di diffamazione sussiste quando l'agente, attraverso comunicazioni verbali o scritte, lede la reputazione altrui attribuendo fatti determinati, idonei a provocare un giudizio negativo sulla condotta della persona offesa. La valutazione della portata offensiva delle espressioni utilizzate rientra nei poteri del giudice di legittimità, il quale può conoscere e valutare direttamente il contenuto della comunicazione diffamatoria. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente la mera idoneità della condotta a ledere la reputazione, a prescindere dall'effettiva realizzazione di un danno. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende è conseguenza dell'inammissibilità del ricorso, dovuta all'assenza di una specifica e puntuale critica alle ragioni poste a fondamento della decisione impugnata, nonché all'intrinseca genericità e indeterminatezza dei motivi di impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/11/2019 del GIUDICE DI PACE di PANTELLERIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MATILDE BRANCACCIO;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale Dr. GIORDANO LUIGI, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione in epigrafe, il Giudice di Pace di Pantelleria ha condannato (OMISSIS) alla pena di 400 Euro di m…

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