Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45181 del 6 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:45181PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso è configurabile anche in assenza di un'esteriorizzazione della forza di intimidazione, essendo sufficiente la mera capacità del sodalizio di incutere timore e di piegare la volontà di terzi ai propri fini, desumibile dal prestigio criminale e dall'efficienza operativa del gruppo, nonché dalla sua struttura organizzata e dai metodi utilizzati. Tale capacità intimidatrice può essere diretta a minacciare tanto la vita o l'incolumità personale, quanto le essenziali condizioni esistenziali, economiche o lavorative di specifiche categorie di soggetti, senza necessità del controllo di una determinata area territoriale. Ai fini della configurabilità del reato di partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, non è necessario che il vincolo tra il singolo e l'organizzazione si protragga per una certa durata, ben potendo ravvisarsi il reato anche in una partecipazione di breve periodo, purché emergano elementi sintomatici di un minimo di organizzazione, come la cadenza serrata degli episodi di spaccio, il reiterato coinvolgimento di vari soggetti, l'utilizzo di modalità operative ricorrenti e l'entità dei volumi d'affari. Inoltre, l'ipotesi attenuata di cui all'art. 74, comma 6, del d.P.R. n. 309 del 1990 deve escludersi in caso di organizzazione articolata e munita di capacità di approvvigionamento continuo e sistematico di sostanza stupefacente, come desumibile da elementi quali la pretesa di esclusiva nelle forniture, l'indicazione della provenienza estera della droga e la consistenza delle singole transazioni. Infine, la distanza temporale dai fatti, se isolatamente considerata, non è idonea a vincere la presunzione di esistenza di esigenze cautelari, specie in relazione a mafie "storiche" i cui esponenti mostrino di essere tutt'ora pienamente inseriti nei circuiti criminali del territorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. ROSATI Martin - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza emessa il 12/04/2019 dal Tribunale di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Martino Rosati;
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DALL'OLIO Marco, che ha concluso chiedendo l'annullamento dell'ordinanza senza rinvio, limitatamente al riconoscimento dell'aggravante del carattere armato dell'associazione…

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