Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26182 del 16 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:26182PEN

Massima

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Il reato di rapina si configura quando l'agente, con violenza o minaccia, si impossessa di una cosa mobile altrui al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, anche non patrimoniale, consapevole che quanto pretende non gli spetta e non è giuridicamente azionabile. L'elemento distintivo rispetto al reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone risiede nell'elemento soggettivo, poiché in quest'ultimo caso l'autore agisce nella ragionevole opinione di esercitare un diritto con la coscienza che l'oggetto della pretesa gli competa. Pertanto, il reato di rapina sussiste anche quando l'agente si impossessa di un bene al fine di evitare che un'azione da lui posta in essere venga documentata e possa risultare dannosa per i suoi interessi, non potendo egli chiedere in giudizio la consegna del bene sottratto con violenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. MESSINI D.A. Piero - rel. Consigliere

Dott. D'AURIA Donato - Consigliere

Dott. RECHIONE Sandra - Consigliere

Dott. TURTUR M. Marzia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/07/2022 della CORTE DI APPELLO DI ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis)) MESSINI D'AGOSTINI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Andrea VENEGONI, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni del difensore della parte civile avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'inammissibili…

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