Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24443 del 5 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:24443PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando la condotta violenta o minacciosa dell'agente, pur diretta a far valere un preteso diritto, risulta sproporzionata e finalizzata al conseguimento di un profitto ingiusto, anziché al mero esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Pertanto, la minaccia effettuata con l'uso di una pistola e la prospettazione di incendiare i beni della persona offesa integra il reato di estorsione, a prescindere dall'esistenza di un pregresso rapporto usurario tra le parti, in quanto tali modalità di azione sono ritenute manifestazioni sproporzionate e gratuite di violenza, non strettamente connesse al fine di far valere un preteso diritto. Il giudice di merito, nel determinare la pena, non è tenuto a un'analitica valutazione di tutti gli elementi indicati nell'art. 133 c.p., essendo sufficiente che egli affermi di aver ritenuto la pena adeguata o non eccessiva, dimostrando così di aver considerato, sia pure intuitivamente e globalmente, tutti gli aspetti rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli, sezione 5 penale, in data 1.3.2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Piercamillo Davigo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. Tindari Baglione, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Udito il difensore, Avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'Avv. (OMISSIS), il quale ha concluso per l'accoglimento del…

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