Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione patrimoniale, può disporre la confisca dei beni intestati a terzi, anche se non formalmente di proprietà del proposto, qualora emerga in concreto che il medesimo ne abbia la disponibilità effettiva, in quanto acquistati con provvista di sua provenienza e nella sua disponibilità, anche in assenza dell'operatività della presunzione di cui all'art. 26, comma 2, del d.lgs. n. 159/2011. Il giudizio di pericolosità sociale del proposto, ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione, può fondarsi anche su elementi acquisiti in precedenti procedimenti penali, purché adeguatamente motivato, senza che sia necessario il previo accertamento definitivo della responsabilità penale. La motivazione del provvedimento di confisca, pur dovendo essere adeguata e logica, non è sindacabile in sede di legittimità per vizi di motivazione, se non in caso di totale carenza o manifesta illogicità, essendo il ricorso per cassazione limitato alla sola violazione di legge.