Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 50071 del 31 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:50071PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e dei poteri connessi al suo ufficio, induce il privato a promettere o dare una somma di denaro per evitare l'applicazione di una sanzione amministrativa o fiscale, realizza il delitto di concussione per induzione, anche quando il privato sia già in una situazione di illiceità e consapevole dell'illegittimità dell'atto, purché la condotta del pubblico ufficiale abbia creato uno stato di timore tale da escludere la libera determinazione della volontà del privato. La concussione per induzione ambientale si configura quando il pubblico ufficiale fa riferimento a una sorta di convenzione tacitamente riconosciuta, che egli fa valere e il privato subisce, nel contesto di una comunicazione resa più semplice per il fatto di richiamarsi a regole già "codificate" nell'ambiente di riferimento, senza che ciò escluda la necessità di un comportamento costrittivo o induttivo del pubblico ufficiale. Ai fini dell'integrazione del delitto di concussione, è irrilevante che l'atto oggetto di mercimonio da parte del pubblico ufficiale sia illegittimo e contrario ai doveri d'ufficio, dovendosi ritenere sussistente il delitto di concussione quando la posizione di preminenza prevaricatrice del pubblico ufficiale abbia creato uno stato di timore tale da escludere la libera determinazione della volontà del privato, in conseguenza dell'abuso della qualità o dei poteri del primo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Es. Fr. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza 5 giugno 2007 della Corte di appello di Catania che in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Catania, appellata anche da Gi. An. , li ha assolti entrambi dai reato del capo A) della rubrica (articolo 317 c.p. in danno dei gestori della Ditta Au. ) perche' il fatto non sussiste, ed ha determinato la pena, nei confronti dell'odierno ricorrente per il reato di…

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