Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41672 del 25 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:41672PEN

Massima

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Il comportamento violento e minaccioso di un soggetto nei confronti di pubblici ufficiali, finalizzato a ottenere indebitamente la restituzione di un documento revocato, integra il reato di violenza a pubblico ufficiale e non può essere scriminato dall'esimente dell'atto arbitrario, in quanto i pubblici ufficiali non hanno ecceduto i limiti delle loro attribuzioni. Inoltre, il danneggiamento di beni pubblici, compiuto dal soggetto durante la sua detenzione, non può essere ricondotto nell'ambito di una ipotetica reazione difensiva, in assenza di elementi che comprovino tale condizione. L'uso della forza da parte dei pubblici ufficiali per immobilizzare il soggetto, a seguito dei suoi ulteriori atti di violenza, non è censurabile, in quanto risulta proporzionato e necessario al fine di contenere la condotta aggressiva dell'interessato. Il bilanciamento tra le attenuanti generiche e le aggravanti contestate, operato dal giudice di merito, rientra nella sua discrezionalità e non è sindacabile in sede di legittimità, ove adeguatamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. MILO Nico - rel. Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. LI. VI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 300/2008 CORTE APPELLO di ANCONA, del 26/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/07/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. M. Fraticelli che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv.: Non e' comparso.

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