Cassazione penale Sez. III sentenza n. 11490 del 19 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:11490PEN

Massima

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Il possesso di materiale pedopornografico, pur costituendo un grave reato, non integra di per sé un concreto pericolo di reiterazione di reati sessuali nei confronti di minori, in assenza di specifici e oggettivi elementi di fatto che dimostrino la concreta probabilità che l'indagato, verificandosene l'occasione, possa commettere tali ulteriori reati. La mera congettura o la presunzione di un tale pericolo, fondata su massime di esperienza astratte e non suffragate da elementi concreti, non è sufficiente a giustificare l'applicazione di una misura cautelare personale, essendo necessario che la motivazione indichi in modo puntuale e logico le circostanze di fatto che rendono probabile il perdurare di condotte antigiuridiche offensive della stessa categoria di beni e valori. Inoltre, la valutazione del pericolo di recidiva non può essere contraddittoria o illogica, come nel caso in cui l'ordinanza rilevi da un lato l'esistenza di una deviazione sessuale radicata nell'indagato e dall'altro l'assenza di precedenti comportamenti lesivi della sessualità dei minori, senza spiegare adeguatamente per quale motivo tale pericolo debba ora ritenersi concreto. Il principio di diritto è che, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie deve essere valutato in concreto sulla base di specifici elementi fattuali, senza ricorrere a mere congetture o presunzioni, e la motivazione deve essere logica e priva di contraddizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - rel. Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa il 29 luglio 2014 dal tribunale del riesame di Bologna;

udita nella udienza in camera di consiglio del 27 gennaio 2015 la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Il Gip del tribunale di Modena dispose la misura cau…

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