La liberazione anticipata speciale prevista dalla legge non si applica ai condannati per i reati di cui all'art. 4-bis dell'ordinamento penitenziario, in quanto tale esclusione è ragionevole e non contrasta con il principio di uguaglianza né con la finalità rieducativa della pena, essendo giustificata dal giudizio di maggiore pericolosità sociale connaturato alla natura delle violazioni accertate. L'istituto della liberazione anticipata, incidendo sull'esecuzione e sulle modalità di applicazione della pena, ha natura processuale e non sostanziale, sicché la disciplina vigente al momento della decisione sulla domanda, e non quella in vigore al momento della presentazione della stessa, è quella applicabile. Pertanto, la disciplina più favorevole introdotta dal decreto-legge non convertito non può trovare applicazione retroattiva per i comportamenti pregressi, in quanto la mancata conversione comporta la perdita di efficacia del decreto-legge sin dall'inizio, senza che possa riconoscersi un diritto o un'aspettativa giuridica maturata sulla base della normativa temporaneamente vigente.