Cassazione penale Sez. II sentenza n. 41503 del 9 novembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:41503PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di estorsione si differenzia dal delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona non tanto per la materialità del fatto, che può essere identica, quanto per l'elemento intenzionale, nell'estorsione caratterizzato dalla coscienza dell'agente che quanto egli pretende non gli sia dovuto. Tuttavia, quando la minaccia si estrinseca in forme di tale forza intimidatoria da andare al di là di ogni ragionevole intento di far valere un proprio (preteso) diritto, allora la coartazione dell'altrui volontà assume ex se i caratteri dell'ingiustizia, con la conseguenza che, in situazioni del genere, anche la minaccia tesa a far valere quel diritto si trasforma in una condotta estorsiva. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di estorsione, rileva non tanto la materialità del fatto, quanto l'elemento intenzionale dell'agente, ossia la consapevolezza che quanto egli pretende non gli sia dovuto, nonché l'esorbitanza e la mancata giustificazione dell'entità della richiesta di compenso, laddove la minaccia assuma una forza intimidatoria tale da andare oltre il mero intento di far valere un proprio diritto. La motivazione per relationem del provvedimento di riesame è legittima purché il giudice dell'impugnazione manifesti la propria adesione alle ragioni del provvedimento impugnato, senza limitarsi ad un generico e apodittico rinvio. Ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, il pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio devono essere adeguatamente motivati, anche sulla base della personalità dell'indagato e della gravità dei reati contestati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RIZZO ((omissis)) - Presidente

Dott. BERNABAI Renato - Consigliere

Dott. MONASTERO Francesco - Consigliere

Dott. TAVASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. DO. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 18/05/2007 TRIB. LIBERTA' di MILANO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. TAVASSI ((omissis));

Udite le conclusioni del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, in persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udite le conclusioni del difensore dell'indagato, Avv. SCALISE Gaetano del foro di Rom…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.