Il termine quinquennale di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità di un'opera pubblica, previsto dall'art. 13 del D.P.R. 327/2001, può essere legittimamente prorogato attraverso una nuova approvazione del progetto definitivo da parte dell'amministrazione, purché tale riapprovazione sia motivata da giustificate ragioni, come l'esigenza di una più precisa individuazione delle particelle interessate dal procedimento espropriativo, senza che ciò comporti la necessità di una nuova partecipazione procedimentale per i proprietari già coinvolti. Il decreto definitivo di esproprio emesso successivamente al termine quinquennale, ma in pendenza della nuova approvazione del progetto, non è pertanto viziato da illegittimità per tardività, essendo sufficiente che l'intero procedimento espropriativo si sia svolto nel rispetto del termine quinquennale decorrente dalla prima dichiarazione di pubblica utilità. L'amministrazione è tenuta a garantire il rispetto del principio di partecipazione procedimentale attraverso la comunicazione di avvio del procedimento, ai sensi dell'art. 17 del D.P.R. 327/2001, anche in caso di riapprovazione del progetto, salvo che ciò non sia necessario per i proprietari già coinvolti in precedenza. Il mancato rispetto di tale obbligo di comunicazione comporta l'illegittimità del successivo decreto di esproprio, non essendo sufficiente la mera conoscenza del progetto da parte del proprietario al momento dell'occupazione d'urgenza.