Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3264 del 23 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:3264PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la minaccia, anche finalizzata a far valere un preteso diritto, assume una tale forza intimidatoria da andare oltre il ragionevole intento di esercitare una propria pretesa, coartando ingiustamente la volontà della persona offesa. In tali casi, la condotta non può essere ricondotta all'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ma integra gli estremi del più grave reato di estorsione, a prescindere dalla fondatezza della pretesa civilistica azionata. Ciò in quanto la violenza e la minaccia utilizzate, per la loro intensità e modalità, travalicano i limiti dell'esercizio di un diritto, assumendo i caratteri dell'ingiustizia e dell'illiceità penale. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di estorsione, non rileva la fondatezza della pretesa civilistica sottostante, essendo sufficiente l'accertamento di una condotta minacciosa e coercitiva che, per la sua intensità, eccede i limiti dell'esercizio di un diritto, anche quando questo sia effettivamente vantato dal soggetto agente. Inoltre, le prove acquisite mediante videoriprese effettuate in luoghi di lavoro aperti al pubblico, come esercizi commerciali, sono legittimamente utilizzabili nel procedimento penale, in quanto rientranti nella categoria dei controlli difensivi finalizzati alla tutela del patrimonio aziendale, e non in quella dei controlli a distanza sui lavoratori vietati dalla legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 241/2013 TRIB. LIBERTA' di TARANTO, del 30/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udito il Sostituto Procuratore Generale dott. Volpe Giuseppe che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Letti il ricorso ed i motivi proposti.

CONSIDERATO IN FATTO

1.1) - Il GIP presso il Tribunale di Taranto, c…

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