Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali, sancita dall'art. 31, comma 2, del D.L. n. 201/2011, convertito con modificazioni dalla L. n. 214/2011, è un principio di rango costituzionale che rientra nella materia della "tutela della concorrenza" di competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell'art. 117, comma 2, lett. e) della Costituzione. Di conseguenza, le norme regionali, anche a statuto speciale, che introducono limitazioni all'apertura di nuovi esercizi commerciali nelle zone produttive, determinando restrizioni alla concorrenza, sono costituzionalmente illegittime. L'interesse del privato alla liberalizzazione del commercio, tutelato dalla normativa statale, configura una posizione di interesse legittimo azionabile in giudizio, nonostante l'eventuale contrasto con norme regionali. L'amministrazione comunale, pertanto, è tenuta a valutare, con apposito provvedimento e adeguata motivazione, se i limiti all'apertura di nuovi esercizi commerciali previsti dalla propria disciplina urbanistica siano ancora conformi alla normativa statale di liberalizzazione, rimuovendo tali limiti ove risultino in contrasto con il principio di libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali, direttamente cogente in tutte le Regioni. L'inerzia dell'amministrazione comunale nel dare riscontro a tale valutazione è censurabile in sede giurisdizionale.