Cassazione penale Sez. IV ordinanza n. 25998 del 13 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25998PEN

Massima

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Il pericolo concreto di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, lett. c), c.p.p., può essere desunto dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, le quali possono assumere una duplice valenza, sia ai fini della valutazione della gravità del reato, sia ai fini dell'apprezzamento della capacità a delinquere dell'indagato. In particolare, la condotta tenuta in occasione del reato costituisce un elemento significativo per valutare la pericolosità sociale dell'agente, a prescindere dalla qualificazione giuridica del fatto, anche quando si tratti di reati di modesta entità, purché reiterati nel tempo. In tali casi, la misura cautelare della custodia in carcere può ritenersi adeguata e proporzionata, in assenza di elementi idonei a far ritenere l'affidabilità dell'indagato in relazione a misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, atte a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe - Presidente

Dott. D'ISA Claudio - rel. Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - Consigliere

Dott. DELL'UTRI Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS) n. il (OMISSIS);

2. (OMISSIS) n. il (OMISSIS);

Avverso l'ordinanza n. 1509/2012 del Tribunale - sezione riesame - di Venezia del 28.11.2012;

Visti gli atti;

Udita in UDIENZA CAMERALE del 19 febbraio 2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. D'ISA CLAUDIO;

Udite le richieste del Procuratore Generale nella persona del Dott. BAGLIONE Tindari, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E DIR…

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