Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto contro l'ordinanza dirigenziale di accertamento di lottizzazione abusiva e di ingiunzione di demolizione delle opere abusive, ha dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto i ricorrenti hanno rinunciato all'azione e agli atti del giudizio, con il consenso dell'Amministrazione comunale resistente, pur in assenza del consenso di quest'ultima alla compensazione delle spese di causa. Il principio di diritto affermato nella sentenza è che la rinuncia all'azione e agli atti del giudizio, manifestata dalla parte ricorrente e accettata dalla parte resistente, determina il venir meno dell'interesse alla decisione della causa, rendendo il ricorso improcedibile, indipendentemente dalla mancata accettazione della compensazione delle spese di causa da parte dell'Amministrazione. Tale principio si fonda sulla considerazione che, una volta venuto meno l'interesse alla decisione del ricorso, il giudice non può più pronunciarsi nel merito della controversia, essendo tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse, ai sensi degli artt. 84, comma 3, 35, comma 1, lettera c), e 85, comma 9, del Codice del processo amministrativo. La massima giuridica che può essere tratta dalla sentenza è pertanto la seguente: La rinuncia all'azione e agli atti del giudizio, manifestata dalla parte ricorrente e accettata dalla parte resistente, determina il venir meno dell'interesse alla decisione della causa, rendendo il ricorso improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, indipendentemente dalla mancata accettazione della compensazione delle spese di causa da parte dell'Amministrazione.