La revoca di autorizzazioni amministrative per l'esercizio di un'attività commerciale, disposta in assenza di autorizzazione igienico-sanitaria e di certificato di agibilità dei locali, è legittima in quanto volta a tutelare primari interessi pubblici di igiene e sanità pubblica, anche in deroga all'obbligo di comunicazione di avvio del procedimento, quando sussistano esigenze di urgenza e celerità tali da non consentire l'apporto collaborativo del privato. La limitazione della libertà di iniziativa economica privata, costituzionalmente garantita, risulta proporzionata e giustificata in tali casi, non configurandosi un potere amministrativo esorbitante o sproporzionato, atteso che la carenza di presupposti essenziali per la prosecuzione dell'attività espone a pericolo beni giuridici rilevantissimi. Il principio di buon andamento della pubblica amministrazione non impone l'adozione di provvedimenti interlocutori o sanzionatori meno incisivi, quando sia necessario tutelare con immediatezza l'interesse pubblico primario alla salute e all'igiene.