La contraffazione di una fotocopia di un documento di identità, utilizzata al fine di indurre in errore un soggetto passivo, integra il delitto di falsità materiale commessa dal privato in copie autentiche di cui agli artt. 477 e 482 c.p., essendo tale fotocopia presentata non come mera copia, ma con l'apparenza di un documento originale. Il delitto di sostituzione di persona di cui all'art. 494 c.p. concorre con il reato di falsità documentale, in quanto si tratta di azioni diverse e separate, non riconducibili ad un "fatto unico". La valutazione delle risultanze probatorie, come la deposizione testimoniale, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità se adeguata e logica, salvo che non emergano dati di fatto del tutto trascurati, idonei a smentire l'assunto accusatorio. La prescrizione del reato, maturata successivamente alla pronuncia della sentenza di appello, determina l'annullamento senza rinvio della stessa.