Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21805 del 29 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:21805PEN

Massima

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Il giudice, di fronte all'uso di un documento falso commesso all'estero, non può prosciogliere l'imputato per il reato di uso di atto falso commesso nel territorio nazionale, anche se il reato più grave di falsificazione all'estero non è procedibile per mancanza delle condizioni di cui all'art. 10 c.p. Infatti, il giudice è tenuto a pronunciarsi solo sul fatto reato commesso in Italia, che integra di per sé un autonomo reato punibile, senza poter dare effetto al rilievo della maggiore gravità del fatto accertato rispetto a quello contestato, in assenza di una contestazione suppletiva da parte del pubblico ministero. Pertanto, il giudice deve necessariamente pronunciarsi sulla fattispecie contestata, che integra il reato meno grave commesso in danno dello Stato italiano, senza poter dichiarare il non luogo a procedere per il reato più grave commesso all'estero.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di TRIESTE;

nei confronti di:

1) NA. VL. MA., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 12/04/2006 TRIBUNALE di TRIESTE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. ROTELLA MARIO;

udite le conclusioni di annullamento C.R., del S.P.G. Dr. VIGLIETTA Gianfran…

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