Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25165 del 7 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25165PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere richiede, oltre all'esistenza di un vincolo associativo tendenzialmente stabile tra i partecipi, la predisposizione di una minima organizzazione strutturale e funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti, nella consapevolezza dei singoli associati di far parte di un sodalizio durevole e di essere disponibili ad operare per l'attuazione del programma criminoso comune. Pertanto, ai fini della configurabilità di tale reato, non è sufficiente la mera affermazione della partecipazione dell'imputato, ma è necessario che la motivazione del provvedimento cautelare evidenzi in modo concreto gli elementi costitutivi dell'associazione, quali la sua struttura organizzativa, il programma criminoso comune e il ruolo specifico svolto dall'indagato nell'ambito del sodalizio, non potendosi desumere tali elementi soltanto dal numero elevato di reati-fine realizzati o dal coinvolgimento di determinati soggetti. Inoltre, anche in presenza di gravi indizi di colpevolezza, il giudice è tenuto a valutare l'adeguatezza della misura cautelare disposta in relazione alle esigenze cautelari accertate, potendo eventualmente applicare misure meno afflittive della custodia in carcere, qualora queste ultime risultino sufficienti a fronteggiare il pericolo di reiterazione dei reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 4 marzo 2013 emessa dal Tribunale dell'Aquila;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del consigliere dott. Giorgio Fidelbo;

udite le richieste del sostituto procuratore generale Sante Spinaci, che ha concluso per l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;

udito l'avvocato (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricors…

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