Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 5885 del 2013

ECLI:IT:TARNA:2013:5885SENT

Massima

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La pianificazione urbanistica, nel perseguire l'ordinato assetto complessivo del territorio, coinvolge una pluralità di interessi pubblici e privati, rispetto ai quali la disciplina di settore non pone alcuna gradazione né fissa criteri selettivi. Le scelte effettuate dall'amministrazione nell'emanazione dello strumento urbanistico, segnatamente in ordine alla destinazione delle singole aree, costituiscono apprezzamento di merito, connotato da ampia discrezionalità e, pertanto, sottratto al sindacato di legittimità, salvo che non siano inficiate da errori di fatto o da abnormi illogicità, risultino incoerenti con l'impostazione di fondo dell'intervento pianificatorio o siano apertamente incompatibili con le caratteristiche oggettive del territorio. Tali scelte non necessitano di apposita motivazione, oltre quella desumibile dai criteri generali seguiti nell'impostazione dello strumento urbanistico, in quanto espressione della delineata latitudine dei poteri discrezionali di programmazione e per la portata generale degli atti posti in essere nel relativo esercizio. Il privato che si ritenga leso da una determinazione non favorevole ai suoi interessi in ordine alla destinazione data a una certa area di sua proprietà non può chiedere ragione della scelta amministrativa, in quanto il sistema non tutela la pretesa a una giustificazione analitica delle scelte amministrative fondata sulla violazione del suo affidamento in ordine all'edificabilità di una determinata area. L'obbligo motivazionale inerente alle scelte di pianificazione generale non è da intendersi rafforzato per il solo fatto della presentazione e del rigetto delle osservazioni formulate dai privati in ordine all'adottato strumento urbanistico generale, stante la natura di meri apporti collaborativi rivestita da queste ultime e la loro confliggenza con gli interessi posti a base del piano. Ai fini del rispetto dell'evocato obbligo motivazionale, in ipotesi di rigetto delle osservazioni allo strumento urbanistico generale adottato, non è da reputarsi necessaria una puntuale confutazione di tutte le argomentazioni rassegnate dai privati, ma è sufficiente la congruità delle argomentazioni contrarie, volte ad evidenziare la confliggenza con le linee portanti del piano. Inoltre, la natura non vincolante dei pareri favorevoli espressi dal progettista, dal consulente per il piano urbanistico comunale e dalla commissione consiliare urbanistica consente all'organo competente di discostarsene motivatamente. Infine, per configurare il vizio di eccesso di potere per disparità di trattamento è necessario che vi sia un rapporto di coincidenza fra la situazione dedotta in giudizio e quella richiamata come termine di paragone, e, quindi, l'oggettiva ed assoluta identità di situazioni messe a confronto, in modo da dimostrare l'esistenza della lamentata disuguaglianza di trattamento, di un contrasto logico insanabile e di una palese ingiustizia.

Sentenza completa

N. 01531/2012
REG.RIC.

N. 05885/2013 REG.PROV.COLL.

N. 01531/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Ottava)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1531 del 2012, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Società Industriale Prefabbricati, S.I.P.A. s.p.a., rappresentata e difesa dall'avv. Luca Coletta, con domicilio eletto presso Vincenzo Prisco in Napoli, via Toledo n. 156, c/o Avv. Soprano;

contro

Comune di Benevento, rappresentato e difeso dall'avv. Domenico Antonio Parrotta, con domicilio eletto presso Clemente Bocchini in Napoli, via Monte di Dio, n. 66;

per l'annullamento

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 52/2011, RECANTE L'ADOZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE.

Visti il ricorso, i motivi aggiu…

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