Il reato di truffa può essere configurato anche quando l'autore utilizza una fotocopia contraffatta di un documento originale, a prescindere dalla possibilità di qualificare tale fotocopia come falso materiale. Infatti, l'utilizzo della fotocopia contraffatta, accompagnato da richieste finalizzate a superare i profili formali e documentali che condizionavano il pagamento, integra gli estremi della condotta decettiva idonea a indurre in errore la persona offesa e a procurare un ingiusto profitto. L'aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità sussiste quando l'entità oggettiva del danno, a prescindere dalle condizioni economiche della vittima, sia di per sé tale da integrare tale circostanza. Inoltre, il giudice di merito non è tenuto a esaminare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti ai fini del diniego delle circostanze attenuanti generiche, essendo sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti. Infine, la correzione di un mero errore materiale contenuto nel dispositivo della sentenza, obiettivamente riconoscibile, è legittimamente esperibile ai sensi dell'art. 130 c.p.p.