Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 54441 del 5 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:54441PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico si differenzia dal concorso di persone nel reato per il carattere dell'accordo criminoso, il quale nell'associazione è diretto all'attuazione di un generale e continuativo programma di delinquenza e non viene meno dopo che i singoli reati sono stati commessi, continuando a sussistere per l'ulteriore attuazione del programma stesso. Pertanto, affinché si possa affermare la sussistenza dei presupposti dell'appartenenza all'associazione, è necessario provare l'integrazione dell'elemento aggiuntivo e distintivo del delitto di associazione, rispetto alla fattispecie del concorso di persone, che si individua nel carattere dell'accordo criminoso, contemplante la commissione di una serie non preventivamente determinata di delitti, con permanenza del vincolo associativo tra i partecipanti, i quali, anche al di fuori dei singoli reati programmati, assicurino la propria disponibilità duratura ed indefinita nel tempo al perseguimento del programma criminoso del sodalizio. Tale quid pluris può essere desunto da elementi sintomatici dell'esistenza di una permanente struttura organizzata, frutto del concerto di intenti e di azione tra gli associati, con riparto di ruoli e comune coordinamento e base logistica, volta all'attuazione di un programma indeterminato di reati concernenti gli stupefacenti. La mancata esecuzione dei reati-fine da parte degli indagati non è circostanza che possa di per sé escludere la partecipazione alla associazione per delinquere, in quanto la condotta di "partecipazione" è strutturalmente impermeabile alla consumazione del "reato-fine". Inoltre, in materia di reati associativi, il ruolo di partecipe - anche in posizione gerarchicamente dominante - da taluno rivestito nell'ambito della struttura organizzativa criminale non è di per sé solo sufficiente a far presumere, in forza di un inammissibile ed approssimativo criterio di semplificazione probatoria dell'accertamento della responsabilità concorsuale, quel soggetto automaticamente responsabile di ogni delitto compiuto da altri appartenenti al sodalizio, essendo teoricamente esclusa dall'ordinamento vigente la configurazione di qualsiasi forma di anomala responsabilità di "posizione" o da "riscontro d'ambiente". Infine, in caso di reato rientrante nel novero della previsione dell'art. 51 c.p.p., comma 3-bis (quindi anche in caso di contestazione ex art. 74 Testo Unico stup.), sussiste una duplice presunzione: di pericolosità sociale dell'indagato, oggettivamente dipendente dal delitto oggetto di imputazione provvisoria ed avente carattere relativo, in quanto superabile dal giudice allorché accerti la mancanza di una qualunque esigenza cautelare; di adeguatezza della sola misura carceraria, anch'essa di natura solo relativa, potendo essere vinta nell'ipotesi in cui il giudice, in relazione al caso concreto, ritenga che le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con altre misure.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. VIGNA M. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/04/2018 del Tribunale del riesame di Firenze;
visti gli atti, i provvedimenti impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Maria Sabina Vigna;
sentite le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Angelillis Ciro, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi;
Udito il difensore, avvocato (OMISSIS) del foro di Prato difensore di fiducia di (OMISSIS) e quale sostituto processuale …

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