Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10194 del 6 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:10194PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta del soggetto attivo, valutata secondo un criterio di normalità e in relazione alle concrete circostanze del fatto, è idonea a incutere timore nel soggetto passivo, a prescindere dall'effettiva verificazione di un turbamento psichico in quest'ultimo. Ai fini dell'integrazione del reato di lesioni, è sufficiente l'accertamento di un'infermità, anche di breve durata, che comporti un'alterazione funzionale, senza che rilevi la circostanza che la persona offesa abbia comunque ripreso a svolgere la propria attività lavorativa. La particolare tenuità del fatto, quale causa di non punibilità, non può essere riconosciuta quando il reato è commesso durante il servizio e per ragioni di servizio, in presenza di altri militari, in quanto tali elementi non depongono per la particolare tenuità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonell - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. TALERICO Pal - Rel. Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/04/2016 della CORTE MILITARE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa Talerico Palma;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. Flamini Luigi Maria che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 12 aprile 2016, la Corte di appello militare confermava la pronuncia resa dal Trib…

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