Il Comune non può negare l'assegnazione di impianti sportivi comunali a soggetti che abbiano una lite pendente contro di esso, in quanto tale previsione regolamentare costituisce un'illegittima limitazione dell'accesso agli impianti pubblici, in violazione dei principi di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa. L'assegnazione degli impianti sportivi comunali deve avvenire sulla base di criteri oggettivi e non discriminatori, senza che possa rilevare l'esistenza di controversie giudiziarie tra il Comune e i richiedenti, le quali non possono costituire un valido motivo per negare l'utilizzo di strutture pubbliche destinate all'esercizio dell'attività sportiva. Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità amministrativa in materia di gestione degli impianti sportivi, è tenuto a garantire parità di trattamento e non discriminazione tra i soggetti richiedenti, senza che possa essere opposta l'esistenza di contenziosi in corso, i quali non possono incidere sull'accesso alle strutture pubbliche destinate all'attività sportiva amatoriale e agonistica. Il principio di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa impone al Comune di assegnare gli impianti sportivi sulla base di criteri oggettivi e trasparenti, senza che possa essere introdotta una limitazione all'accesso fondata sulla mera pendenza di controversie giudiziarie, le quali non possono costituire un valido motivo per negare l'utilizzo di strutture pubbliche destinate all'esercizio dell'attività sportiva.