Il ricorso proposto dall'imputato avverso la sentenza di condanna del Giudice di Pace è ammissibile anche se non specificamente rivolto al capo relativo alla condanna al risarcimento del danno in favore della parte civile, in quanto l'impugnazione della responsabilità penale estende i suoi effetti agli altri punti della sentenza che ne dipendono, tra cui quelli concernenti il risarcimento del danno, il quale ha il necessario presupposto nell'affermazione della responsabilità penale. Pertanto, il giudice di secondo grado non può dichiarare inammissibile l'appello proposto dall'imputato avverso la sentenza di condanna alla pena della multa, in quanto l'articolo 37 del D.Lgs. n. 274 del 2000 deve essere coordinato con la disposizione di cui all'articolo 574, comma 4, c.p.p. Inoltre, la depenalizzazione del reato di ingiuria, intervenuta con il D.Lgs. n. 7 del 2016, comporta la necessità di rideterminare la pena irrogata all'imputato per tale reato. Infine, l'attendibilità intrinseca delle dichiarazioni del querelante non può essere fondata sull'assenza di una versione difensiva dovuta all'assenza dell'imputato, in quanto ciò determinerebbe una violazione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.