Cassazione penale Sez. III sentenza n. 39872 del 26 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39872PEN

Massima

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Il reato di produzione e divulgazione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-ter c.p. tutela in modo anticipato la libertà sessuale dei minori, sanzionando l'utilizzazione o l'induzione di questi ultimi a partecipare alla creazione di tale materiale, nonché la sua successiva diffusione, a prescindere da finalità di lucro o vantaggio. L'eventuale consenso del minore non è scriminante, in quanto egli non ha la disponibilità di diritti inalienabili quali la libertà psicofisica. La condotta di produzione è punita più gravemente rispetto a quella di semplice divulgazione, in quanto comporta la degradazione del minore ad oggetto manipolato. Ai fini della configurabilità del reato di divulgazione, non è necessaria l'esistenza di una struttura organizzativa, essendo sufficiente l'utilizzo di strumenti tecnici di trasmissione e il collegamento con soggetti pedofili potenziali destinatari del materiale. L'attenuante della collaborazione con le autorità, prevista dall'art. 600-sexies c.p., comma 5, richiede un'attività concreta e fattiva di dissociazione e di aiuto agli inquirenti, non ravvisabile nella mera indicazione di soggetti presso i quali sarebbe stato possibile reperire materiale pedopornografico. La confisca dei computer utilizzati per la commissione dei reati è legittima, a prescindere dalla loro formale intestazione a soggetti estranei, in considerazione dell'esclusiva disponibilità di tali beni da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. FIALE Aldo - rel. Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3357/2011 CORTE APPELLO di MILANO, del 21/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/04/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO FIALE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Enrico Delehaye, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

La Corte di appello di Milano, con sentenza del 21.10.2011, ha confermato la sentenza 17.1.2011, …

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