Il concorso nel reato di rapina si configura quando il soggetto, pur non essendo l'esecutore materiale, abbia comunque partecipato attivamente all'azione criminosa, interferendo e tentando di ostacolare la vittima nell'attività di rilevazione della targa del veicolo utilizzato per la fuga, minacciandola e prendendo parte all'aggressione. Tali condotte, anche se non direttamente riconducibili all'appropriazione della refurtiva, contribuiscono a rafforzare la volontà dei concorrenti nel conseguimento del possesso della merce sottratta, integrando così il concorso nel reato di rapina. La valutazione della rilevanza e attendibilità delle fonti di prova è rimessa insindacabilmente ai giudici di merito, la cui scelta in tal senso, se non affetta da manifesta illogicità o travisamento dei fatti, non è sindacabile in sede di legittimità, essendo sufficiente che la motivazione, anche attraverso una valutazione globale degli elementi probatori, spieghi in modo logico e adeguato le ragioni del convincimento raggiunto.