La pianificazione urbanistica comunale, espressa attraverso l'adozione e l'approvazione del Piano Strutturale, costituisce esercizio di ampia discrezionalità amministrativa, sottratta al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, salvo che non risulti affetta da vizi di arbitrarietà, irrazionalità, irragionevolezza o palese travisamento dei fatti. Le scelte di destinazione urbanistica delle singole aree non richiedono una specifica e analitica motivazione, essendo sufficiente che l'amministrazione abbia esaminato e confrontato le osservazioni presentate dai privati con gli interessi generali posti a base del piano. L'approvazione del Piano Strutturale da parte del Consiglio comunale, anche dopo l'indizione dei comizi elettorali, non è soggetta ai limiti di cui all'art. 38, comma 5, del D.Lgs. n. 267/2000 quando l'organo consiliare è chiamato a pronunciarsi su questioni vincolate nell'an, nel quando e nel quomodo, non potendo il relativo esercizio del potere essere rinviato. L'istruttoria sulle osservazioni al Piano Strutturale, sebbene svolta in via preliminare dagli uffici tecnici, deve essere sottoposta alla valutazione degli organi politici, con un riferimento puntuale alle singole osservazioni nella delibera di approvazione, senza che ciò richieda una motivazione analitica per ciascuna di esse.