La precedente risoluzione di un contratto di fornitura per grave inadempimento dovuto al mancato rispetto dei termini di consegna, pur contestata in giudizio dall'operatore economico, può essere legittimamente valutata dalla stazione appaltante ai fini dell'esclusione dalla partecipazione a una procedura di gara di estrema urgenza, in considerazione dell'esigenza di assicurare la tempestività della consegna dei beni oggetto dell'appalto, anche in deroga al limite temporale triennale previsto dall'art. 80, comma 10-bis, del d.lgs. n. 50/2016, qualora la contestazione giudiziale sia ancora pendente. La valutazione della stazione appaltante circa l'incidenza della precedente risoluzione sull'affidabilità professionale del concorrente deve essere effettuata in concreto, tenendo conto delle peculiarità e delle finalità della specifica procedura di gara, senza che assuma rilievo il fatto che l'operatore economico abbia successivamente stipulato altri contratti con amministrazioni diverse. L'esclusione fondata su tale valutazione non risulta sproporzionata, in quanto coerente con l'interesse pubblico prioritario all'acquisizione urgente dei beni necessari per la gestione dell'emergenza sanitaria.