La revoca di una procedura selettiva indetta da una pubblica amministrazione è legittima qualora la stessa sia motivata da ragioni organizzative e di contenimento della spesa pubblica, come il riordino e l'accorpamento delle aziende sanitarie locali, che rendano inopportuna la prosecuzione di un procedimento selettivo non ancora concluso, anche in assenza di una formale approvazione della relativa graduatoria. In tali ipotesi, non sussiste alcuna violazione dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, né può configurarsi un'illegittima disparità di trattamento rispetto ad altri incarichi conferiti, in quanto questi ultimi possono riguardare ambiti e profili professionali diversi. Inoltre, la mancata sottoscrizione autografa del provvedimento di revoca non ne determina la nullità, essendo sufficiente l'indicazione a stampa del nominativo del soggetto responsabile, in conformità alla disciplina sull'utilizzo di sistemi informatici nella pubblica amministrazione. In tali casi, la domanda risarcitoria per il mancato espletamento della procedura selettiva è infondata, non essendovi prova di spese sostenute o di occasioni lavorative perdute, né di un legittimo affidamento nella conclusione della selezione.