Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 55330 del 30 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:55330PEN

Massima

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La resistenza a pubblico ufficiale, integrata dalla condotta di strattonamento e colpimento con calci dei carabinieri operanti che intendevano procedere all'identificazione dell'imputato a seguito di minacce da questi rivolte ad alcuni ausiliari del traffico, costituisce reato ai sensi dell'art. 337 c.p., la cui sussistenza non è esclusa dalla circostanza che l'imputato abbia agito in stato di arresto domiciliare, atteso che la condotta violenta è diretta a ostacolare l'attività di identificazione e non l'esecuzione della misura cautelare. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale, unitamente al reato di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale ex art. 651 c.p., possono essere unificati dal vincolo della continuazione, con conseguente aumento di pena, anche quando la pena per il reato più grave sia stata comminata nel minimo edittale, in quanto l'aumento per la continuazione non è limitato al massimo della pena prevista per il reato meno grave, ma deve essere determinato in relazione al numero, alla specie e a tutte le altre circostanze dei reati unificati. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche, in presenza di una congrua e non illogica motivazione che tenga conto della gravità dei fatti e della personalità dell'imputato, è insindacabile in sede di legittimità, non potendo il giudice di merito essere vincolato dalla valutazione effettuata dal primo giudice, ove questa risulti incongrua e contraddittoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/10/2015 della Corte di Appello di Napoli;
letti gli atti, il ricorso e la sentenza impugnata;
udita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis));
udito il pubblico ministero in persona del sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.
FATTO E DIRITTO
1. Con sentenza resa il 20/05/2014, all'esito di giudizio ordinario, il Tribunale di Napoli ha dichiarato (OMISSIS) colpevole dei reati …

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